22-012 1947. Militari britannici provvedono alla delimitazione dei confini
1947. Militari britannici provvedono alla delimitazione dei confini

21. Il trattato di pace

Il 10 febbraio 1947 viene firmato il trattato di pace per l’Italia che entrerà in vigore il 15 settembre. L’Italia deve rinunciare a tutta la Venezia Giulia, ad eccezione della parte meridionale della provincia di Gorizia. La maggior parte della regione passa alla Jugoslavia. Rimane indefinita la sorte di una piccola striscia costiera comprendente la città di Trieste, in cui si prevede di costituire uno Stato indipendente sotto la protezione delle Nazioni Unite, il Territorio Libero di Trieste (TLT). Di fatto, disaccordi fra le grandi potenze impediranno l’effettiva costituzione del TLT, che rimarrà diviso in una zona A sotto amministrazione militare alleata ed una zona B sotto amministrazione militare jugoslava.

Testo d’approfondimento

Nel corso del 1946 alla conferenza della pace di Parigi le grandi potenze decidono la sorte dell’Italia, considerata Paese aggressore e sconfitto. Resistenza e cobelligeranza non vengono tenute in alcun conto e quindi il risultato è assai duro per il nostro Paese, cui non viene consentito di negoziare le clausole del trattato.

Il 10 febbraio 1947 viene firmato il trattato di pace per l’Italia, che entrerà in vigore il 15 settembre. L’Italia deve rinunciare a tutta la Venezia Giulia, ad eccezione della parte meridionale della provincia di Gorizia, a Fiume e a Zara.
La maggior parte della regione passa alla Jugoslavia. Rimane indefinita la sorte di una piccola striscia costiera comprendente la città di Trieste, in cui si prevede di costituire uno Stato indipendente sotto la protezione delle Nazioni Unite, il Territorio Libero di Trieste (TLT).

Di fatto, disaccordi fra le grandi potenze impediscono l’effettiva costituzione del TLT. Alla fine del 1947 inglesi ed americani si convincono infatti che il Territorio libero cadrà rapidamente sotto il controllo comunista, quindi jugoslavo, quindi sovietico. Decidono pertanto di bloccarne la nascita. Il Territorio rimarrà dunque diviso in una zona A sotto amministrazione militare alleata ed una zona B sotto amministrazione militare jugoslava.

Decisamente problematica è la situazione degli sloveni rimasti fuori dalla Jugoslavia, in un clima di forti contrapposizioni nazionali ed ideologiche. Quelli residenti nella provincia di Udine faticheranno a lungo per ottenere pubblico riconoscimento della loro esistenza, mentre imperverserà l’emigrazione. Gli sloveni goriziani e triestini ottengono già nel 1945, dal Governo militare alleato, il diritto ad avere scuole nella propria lingua.
Il ritorno di Gorizia all’Italia nel settembre 1947 è accompagnato però da manifestazioni antislave.
A Trieste gli sloveni sperano fino al 1953 che al TLT segua l’annessione alla Jugoslavia. Preminente è in ogni caso la pregiudiziale ideologica: a una parte minoritaria della comunità, di ispirazione cattolica-liberale, si contrappone una parte fortemente maggioritaria, che trae legittimazione dalla lotta partigiana.

RegioneStoriaFVG

La crisi di Trieste, 1945

Documenti

  • Trattato di pace fra l’Italia e le potenze alleate ed associate

Lezioni

La questione di Trieste (Raoul Pupo) 

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