Il Confine più lungo.
Dai conflitti alla riconciliazione sulla frontiera adriatica

Il confine più lungo è per noi quello della “frontiera adriatica”, vale a dire la fascia costiera che da Monfalcone scende ad oriente fino alle Bocche di Cattaro.
La frontiera adriatica è terra di sovrapposizione fra mondo latino, germanico e slavo, con importanti presenze storiche ungheresi ed aperta agli influssi delle altre riviere mediterranee.
Dove vi è sovrapposizione nascono gli incroci di lingue, tradizioni, religioni: ne possono seguire incontri fecondi sul piano materiale e culturale, arricchimenti reciproci ed esperienze importanti di tolleranza e cosmopolitismo. In tempi di crisi invece, le diversità possono generare conflitti e dalla fine dell’800 sino alla metà del ‘900 purtroppo la dimensione conflittuale è stata decisamente prevalente nell’Adriatico orientale, provocando lutti immensi e depositando memorie dolenti.
Con il nuovo secolo però, molte cose sono cambiate: si fa strada l’idea di una comune cittadinanza europea e le e medesime terre hanno visto finalmente delinearsi percorsi significativi di riconciliazione fra i popoli.

La mostra Il confine più lungo. Dai conflitti alla riconciliazione sulla frontiera adriatica intende collaborare a tale impegno, offrendo una ricostruzione del passato all’insegna del rigore e della pietà, con uno sguardo di speranza verso il futuro.

Scoprire una mostra virtuale

Il confine più lungo è una mostra virtuale, realizzata in occasione del Giorno del Ricordo 2022, che riprende titolo e contenuti dell’omonima mostra allestita nel 2011 per conto del comune di Rimini. I pannelli di quella prima mostra sono visibili nella pagina Mostra 2011. Nella presente versione del 2021 i contenuti dei pannelli sono stati arricchiti, anche per facilitarne l’uso didattico, e ne sono stati aggiunti alcuni nuovi. Ogni pannello comprende alcuni Contenuti essenziali (titoli scritti in nero) ed una serie di Approfondimenti (titoli scritti in azzurro, per distinguerli meglio).

I Contenuti essenziali comprendono:

  • un Testo breve (1.000 caratteri, che introduce all’argomento del pannello);
  • una galleria di Immagini (di varia tipologia);
  • un Testo d’approfondimento (2.000 caratteri, che sviluppa, ma sempre in maniera sintetica, l’argomento del pannello).

Gli Approfondimenti, cui si accede tramite link, comprendono:

  • una raccolta di Musiche (canzoni, inni, brani d’opera, ecc.);
  • le schede tematiche del sito RegioneStoriaFVG (10-15.000 caratteri);
  • i video della serie Vie della Memoria (10’);
  • una collezione di Documenti (delle più diverse tipologie e provenienze; quelli in lingua tedesca, slovena e croata sono pubblicati in traduzione italiana)
  • le Lezioni del corso universitario di Storia della Venezia Giulia (podcast di 45’ o 90’ corredati da power point) tenuto dal prof. Raoul Pupo con il contributo di una ventina di altri docenti ed esperti;
  • i cataloghi virtuali di altre quattro mostre. 

La mostra Il confine più lungo. Dai conflitti alla riconciliazione sulla frontiera adriatica è stata curata da Raoul Pupo, Fabio Todero e Stefan Čok ed è stata realizzata dall’Istituto nazionale Ferruccio Parri assieme all’Istituto regionale per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea nel Friuli Venezia Giulia, al Dipartimento di scienze politiche e sociali dell’Università di Trieste, alla Sezione di storia ed etnografia della Biblioteca nazionale slovena e degli studi di Trieste, alla Società di Studi Fiumani in Roma, all’Associazione Giuliani nel Mondo di Trieste e all’Istituto per gli incontri mitteleuropei di Gorizia.
La Fototeca dei civici musei di Storia e Arte di Trieste, l’Istituto regionale per la cultura istriana, fiumana e dalmata, la Fototeca del Consorzio Culturale del Monfalcone, ed il Museo provinciale di Capodistria / Koper hanno gentilmente fornito alcune immagini di loro proprietà. Viviana Facchinetti ha cortesemente messo a disposizione alcune immagini e servizi video da lei realizzati. Si ringraziano inoltre per le immagini concesse Maria Rita Cosliani, Roberto Spazzali, Roberto Todero e per gli spezzoni video la Sede RAI FVG.
Gli organizzatori restano comunque disponibili a riconoscere la paternità ad eventuali detentori non reperiti dei diritti delle immagini presentate nonché a risolvere amichevolmente eventuali questioni.

Pannelli mostra

1. Da Venezia all’Austria

Fino al Trattato di Campoformido del 1797 le terre dell’Adriatico Orientale si trovavano sotto la sovranità in parte di Venezia (Istria e Dalmazia), in parte

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2. La questione nazionale

Nel corso dell’800 i gruppi linguistici si trasformano in nazioni. In Istria le élites italiane accolgono rapidamente gli ideali del Risorgimento. In Dalmazia le élites

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3. I timori degli italiani

Fino agli anni ’60 dell’800 gli italiani detengono il monopolio del potere a Trieste, in Istria e in Dalmazia, ma negli ultimi decenni della dominazione

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4. L’irredentismo italiano

Di fronte a quello che viene considerato ormai il “pericolo slavo”, la risposta degli italiani è l'“irredentismo”. Il termine è tipico della sacralizzazione della politica

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5. Il socialismo adriatico

Verso la fine dell’Ottocento si afferma nel Litorale ed a Fiume il movimento socialista. Trieste, come città economicamente più sviluppata e popolosa dell’area Austro-(Ungarica) adriatica,

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6. Fiume “corpo separato”

Il 29 luglio 1530 Ferdinando I d’Asburgo sancisce con una lettera patente sovrana gli Statuti di Fiume, cui i Fiumani si richiameranno successivamente come al

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7. La Grande Guerra

Per l’Italia il fronte principale della prima guerra mondiale è quello “giulio” che corre lungo l’Isonzo e sul Carso. In 16 successive battaglie combattute dal

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9. Il primo dopoguerra

Il 24 maggio del 1915 l’Italia è entrata in guerra contro l’Austria in base al patto di Londra, che prometteva all’Italia l’annessione della Venezia Tridentina,

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10. Lo Stato libero di Fiume

Col Trattato di Rapallo (12 novembre 1920), Fiume viene costituita in Stato libero e indipendente. Il 5 gennaio 1921 si costituisce il nuovo governo cui

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11. Il fascismo di confine

Nella Venezia Giulia il movimento fascista, che si autodefinisce «di confine», è violentemente antislavo e si presenta sulla scena pubblica incendiando il Narodni dom (casa

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13. La seconda guerra mondiale

Durante la seconda guerra mondiale, nell’aprile 1941 Germania, Italia e Ungheria invadono la Jugoslavia e la smembrano. L’Italia annette la provincia di Lubiana e la

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14. L’autunno 1943

Dopo l’armistizio dell’8 settembre, per circa un mese le parti interne della Venezia Giulia vengono occupate dai partigiani jugoslavi che proclamano l’annessione della regione alla

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15. L’occupazione tedesca

Nell’ottobre 1943 i tedeschi danno vita alla Zona di operazioni Litorale Adriatico, comprendente tutti i territori a cavallo delle Alpi orientali. Si tratta di una

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16. La Resistenza

Nella Venezia Giulia opera fin dal 1942 il movimento di liberazione jugoslavo e dall’autunno del 1943 quello italiano. CLN si creano a Gorizia e Trieste,

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17. Le insurrezioni

Nella primavera del 1945 falliscono gli ultimi tentativi di accordo fra CLN e organizzazioni comuniste italo-slovene per una gestione comune di Trieste dopo la cacciata

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18. La corsa per Trieste

Nella primavera del 1945 l’esercito jugoslavo sferra l’offensiva finale contro i tedeschi. L’obiettivo dell’operazione è quello di raggiungere il fiume Isonzo prima degli anglo-americani ed

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19. I 40 giorni

Per circa 40 giorni la Venezia Giulia è sottoposta ad un’amministrazione jugoslava. I “poteri popolari” tentano di mobilitare la popolazione in favore dell’annessione alla Jugoslavia.

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20. Uccisioni e deportazioni

Una parte degli arrestati viene uccisa subito e i corpi gettati nelle foibe. La maggioranza viene inviata nei campi di prigionia. Nei campi vengono inviati

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21. Il trattato di pace

Il 10 febbraio 1947 viene firmato il trattato di pace per l’Italia che entrerà in vigore il 15 settembre. L’Italia deve rinunciare a tutta la

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23. L’abbandono di Pola

Le decisioni della Conferenza della pace, rese note nell’estate del 1946 gettano nel panico la popolazione di Pola. Nella primavera del 1945 la città istriana

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24. Gli italiani in Istria

In Istria le autorità jugoslave applicano inizialmente la politica della “fratellanza italo-slava”. Si ritiene cioè che all’interno della popolazione italiana esista una minoranza, composta principalmente

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25. L’esodo

Con ritmi diversi e per diverse vie, le comunità italiane a Fiume e in Istria arrivano tutte alla medesima conclusione: è impossibile mantenere l’identità italiana

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26. Il memorandum di Londra

Dopo alcuni anni di incertezza, Stati Uniti, Gran Bretagna, Italia e Jugoslavia – che nel frattempo, a partire dal 1948, ha rotto i suoi rapporti

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27. Trieste va in Australia

Per far fronte all’enorme problema dei rifugiati, all’indomani della seconda guerra mondiale sorge un’agenzia specializzata delle Nazioni Unite (IRO), che favorisce l’apertura dell’Oceania agli immigrati

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29. Le minoranze oggi

La snazionalizzazione fascista da una parte e l'esodo degli italiani dall'altra, hanno fatto sì che nei territori alto-adriatici appartenenti alle repubbliche di Italia, Slovenia e

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30. L’associazionismo dell’esodo

Dispersi nella diaspora, gli esuli istriani, fiumani e dalmati si ritrovano tra conterranei e compaesani, specie in occasione delle feste dei santi patroni delle cittadine

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31. Il giorno del Ricordo

Nella primavera del 2004 con voto quasi unanime il Parlamento ha istituito il «Giorno del ricordo» in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata e

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32. Percorsi di riconciliazione

Quella della frontiera adriatica è stata nel corso del ‘900 una storia gravemente divisiva fra italiani, sloveni e croati. Con il nuovo secolo si è

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Le conclusioni dei curatori

Con la collaborazione di 

Con il contributo di 

Con il patrocinio di

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