17-011 Comando divisione Garibaldi
Comando della divisione Garibaldi

16. La Resistenza

Nella Venezia Giulia opera fin dal 1942 il movimento di liberazione jugoslavo e dall’autunno del 1943 quello italiano. CLN si creano a Gorizia e Trieste, ma non a Pola: in Istria gli antifascisti italiani non riescono a dar vita ad una resistenza autonoma. Nella lotta contro nazisti e fascisti i due movimenti collaborano, ma fra loro esistono differenze di struttura – la resistenza italiana è pluripartitica, quella jugoslava a guida comunista – e di obiettivi. Gli italiani vogliono cacciare i tedeschi, costituire uno Stato liberal-democratico e mantenere la sovranità italiana su parte almeno della Venezia Giulia, mentre per i partigiani jugoslavi, che si battono per instaurare un regime comunista, liberazione significa anche annessione dei territori giuliani. Nell’autunno del 1944 i comunisti jugoslavi esplicitano le loro rivendicazioni e chiedono ai comunisti italiani di appoggiarle in nome dell’internazionalismo proletario. Quelli giuliani finiscono per accettare ed escono dal CLN di Trieste, mentre a livello nazionale il PCI tiene una posizione ambigua, che di fatto favorisce la politica jugoslava.

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Musiche

Badoglieide

Na oknu

Na oknu glej obrazek bled,
na licih grenkih solzic sled.
Zakaj pa, dekle komaj dvajsetih let,
tak žalostno gledaš v svet?

“V hribe šel je dragi moj,
s fašisti bije težki boj.
Morda je v krvi obležal nocoj,
ko branil je narod svoj.”

Dekle, ne bodi žalostno,
otri si solze in oko!
Tvoj fant gotovo vrne se,
ko zvezda utrne se.

Ponosen vrne se junak,
ovenčan s slavo slavnih zmag,
in vriskoma vrgel bo titovko v zrak,
ko stopil čez tvoj bo prag!

Alla finestra

Guarda alla finestra un pallido viso
Sulle guance la traccia di lacrime amare.
Perché, ragazza di vent’anni appena,
guardi con tanta tristezza al mondo?

“Il mio amato è andato ai monti,
combatte una dura lotta con i fascisti.
Forse stasera si è accasciato nel sangue,
difendendo il proprio popolo.

Ragazza, non essere triste,
asciugati le lacrime e lo sguardo!
Il tuo amato sicuramente tornerà
Quando la stella scomparirà.

L’eroe torna orgoglioso,
avvolto nella gloria di vittorie gloriose
e con un urlo lancerà la titovka in aria
quando varcherà la tua soglia di casa!

La melodia di “Na oknu” nasce in Spagna, affermandosi come canto di lotta “Dime donde vas morena” prima durante lo sciopero delle Asturie del 1934, poi durante la guerra civile spagnola. I volontari sloveni della guerra civile la diffusero poi nella Resistenza, contesto in cui nacque il testo sloveno.

La “titovka” citata nel testo era la caratteristica bustina indossata dai partigiani sloveni e jugoslavi in generale e prendeva ovviamente il nome da Tito.

La traduzione italiana è da intendersi come strumento per consentire a un lettore italiano di comprendere il senso dell’originale.

Vstala Primorska

Nekdaj z bolestjo smo v sebe zaprli
svoje ponižanje, svoje gorje,
krik maščevanja na ustnih zatrli,
ga zakopali globoko v srce.
 
Toda glej, planil vihar je presilen,
kot pajčevine raztrgal okov,
šinil je zopet žar novega dneva,
tja do poslednjih primorskih domov.
 
Strojnice svojo so pesem zapele,
zrak je pretreslo grmenje topov,
širne poljane so v ognju vzplamtele,
klic je svobode vstal sredi gozdov.
 
Vstala Primorska si v novo življenje,
z dvignjeno glavo korakaj v nov čas!
V borbah, ponižanju, zmagah, trpljenju
našla si končno svoj pravi obraz.

 

Primorska insorta

Con dolore abbiamo rinchiuso in noi
la nostra umiliazione, la nostra sofferenza,
abbiamo soffocato sulle labbra il grido di vendetta
seppellendolo nelle profondità del cuore.

Ma guarda, una grande tempesta si è abbattuta
strappando le catene come ragnatele
il raggio del nuovo giorno si è spinto
sino alle ultime case della Primorska.

Le mitragliatrici hanno suonato il loro canto
l’aria ha tremato per i tuoni dei cannoni,
i larghi campi sono avvampati nel fuoco
l’urlo di libertà è sorto in mezzo ai boschi. 

Primorska, ti sei alzata a nuova vita,
a testa alta marcia verso la nuova era!
nelle lotte, umiliazioni, vittorie e sofferenze
hai finalmente trovato il tuo vero volto.

Primorska (letteralmente “Litorale”) è il termine con cui si indica non solo la fascia costiera propriamente detta ma l’intera area già appartenente al Litorale Austriaco (e annessa all’Italia dopo la prima guerra mondiale).

La traduzione italiana è da intendersi come strumento per consentire a un lettore italiano di comprendere il senso dell’originale.

Testo d’approfondimento

Nella Venezia Giulia opera fin dal 1942 il movimento di liberazione jugoslavo e dall’autunno del 1943 quello italiano. Comitati di Liberazione Nazionale (CLN) si creano a Gorizia e Trieste, ma non a Pola. In Istria gli antifascisti italiani non riescono a dar vita ad una resistenza autonoma, i comunisti entrano nelle organizzazioni del movimento di liberazione croato e le formazioni partigiane italiane, come il battaglione Pino Budicin, dipendono direttamente dai comandi jugoslavi.

Nella lotta contro nazisti e fascisti i due movimenti collaborano, ma fra loro esistono differenze di struttura. La resistenza italiana è pluripartitica, fondata sui CLN cui partecipano i rappresentanti di tutti i raggruppamenti antifascisti: liberali, democristiani, azionisti, socialisti, comunisti. Nel movimento di liberazione jugoslavo invece convergono combattenti di diverso orientamento politico, ma la guida degli organi dirigenti è saldamente in mano ai comunisti. Diversi sono anche gli obiettivi: gli italiani vogliono cacciare i tedeschi, costituire uno Stato liberal-democratico e mantenere la sovranità italiana su parte almeno della Venezia Giulia, mentre per i partigiani jugoslavi, che si battono per instaurare un regime comunista, liberazione significa anche annessione dei territori giuliani.

Per superare le prime frizioni, nella primavera-estate del 1944 vengono condotti alcuni negoziati fra il CLN Alta Italia e i rappresentanti del Fronte di liberazione sloveno. Quello croato non partecipa invece alle trattative perché controlla già totalmente la situazione in Istria. Si lavora ad un accordo che rimandi al dopoguerra la discussione sui nuovi confini, privilegiando la lotta comune contro i nazifascisti. A fine agosto l’intesa sembra matura e invece sfuma, perché nel frattempo il movimento partigiano jugoslavo guidato da Tito ha ottenuto il riconoscimento internazionale che desiderava da parte degli inglesi e non ha più interesse a trattare con i resistenti italiani. Il governo jugoslavo perciò rivendica pubblicamente l’annessione della Venezia Giulia, mentre sul campo i comunisti sloveni chiedono a quelli italiani di appoggiare le loro richieste in nome dell’internazionalismo proletario. Dopo confusi passaggi e l’arresto da parte tedesca della dirigenza comunista di Trieste, che aveva cercato di mantenere il PCI giuliano nell’ambito della resistenza italiana, i comunisti di Trieste e del Friuli accettano le richieste slovene. Il PCI esce dal CLN di Trieste, la divisione Garibaldi Natisone si trasferisce sulla riva sinistra dell’Isonzo e si pone agli ordini del IX corpo d’armata partigiano sloveno. Nel febbraio del 1945 un gruppo di gappisti dipendenti dalla federazione del PCI di Udine, assale e massacra, sulla base di false accuse, il comando della brigata partigiana Osoppo, formata da azionisti e democristiani, che si trovava alle malghe di Porzus (nelle valli del Natisone) e si opponeva alle rivendicazioni territoriali jugoslave.

A livello nazionale il PCI si trova stretto fra le rivendicazioni jugoslave sostenute dall’Unione Sovietica, e l’esigenza di presentarsi come perno della ricostruzione democratica del Paese. Finisce così per mantenere una posizione ambigua, che di fatto favorisce la politica jugoslava.

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Il comunismo adriatico

Le relazioni fra la Resistenza italiana e la Resistenza jugoslava

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L’occupazione Cosacco-Caucasica del Friuli (1944-1945)

Documenti

  • Testimonianze di donne e uomini nella Resistenza
  • Documenti relativi ai rapporti fra partito comunista italiano e partito comunista jugoslavo

Lezioni

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