La partenza del Toscanelli da Trieste il 7 settembre 1955

27. Trieste va in Australia

Per far fronte all’enorme problema dei rifugiati, all’indomani della seconda guerra mondiale sorge un’agenzia specializzata delle Nazioni Unite (IRO), che favorisce l’apertura dell’Oceania agli immigrati provenienti dall’Europa e dalla regione Giulia. Trentasei navi mercantili e militari vengono noleggiate e convertite in navi per il trasporto dei profughi, che al loro arrivo oltreoceano, dopo un mese di viaggio, si ritrovano in terra straniera ma con la speranza – che non sarà delusa – di una vita nuova tutta da costruire con volontà, determinazione, professionalità e senza staccarsi dalle proprie radici. Oltre 25.000 sono i giuliani che si imbarcano, specialmente dopo il ritorno dell’amministrazione italiana nel 1954, cui segue a Trieste un periodo di disorientamento. In Australia costituiscono club e sodalizi per condividere dapprima le difficoltà e poi anche le soddisfazioni, mantenendo la loro lingua e cultura, le tradizioni e le usanze. Grazie allo spirito unitario delle associazioni, giuliani e dalmati conserveranno la loro identità in una società essa stessa in via di formazione, che ben presto riconoscerà le loro qualità per le quali spesso emergeranno.

Musiche

Per gentile cortesia di Viviana Facchinetti

Testo d’approfondimento

Già negli ultimi anni dell’Ottocento giungono nel Continente nuovissimo i primi emigrati giuliani e dalmati, con un flusso alterno di persone dovuto sia alle stringenti norme interne sull’immigrazione sia poi, in epoca fascista, al rallentamento dei flussi migratori italiani. Al termine della seconda guerra mondiale, invece, il governo laburista australiano lancia la campagna per l’immigrazione Populate or Parish (Popolare o perire), che apre il mare a tutti e quindi anche agli italiani e in particolare, dalla metà del secolo, agli esuli dai territori dell’Adriatico orientale, passato alla Jugoslavia.

Con l’entrata dell’Australia nell’IRO (International Refugees Organization) nel 1947, essa si impegna ad accogliere 70.000 immigrati all’anno, di cui 4.000 profughi istriani, fiumani e dalmati nel 1947 e 12.000 negli anni successivi.

Dal 1951 al 1964 è in vigore un accordo bilaterale fra Italia e Australia per l’immigrazione assistita. L’accoglienza è ristretta ai giovani celibi e nubili o alle giovani famiglie, che possono venir ammessi per due anni e poi ottenere il permesso di rimanere solo se hanno rispettato leggi e accordi. I due governi si dividono le spese di viaggio almeno per la metà, e per la restante parte il governo italiano concede ai migranti prestiti a tasso agevolato.

Mentre dapprima sono principalmente gli esuli istriani, fiumani e dalmati a partire, dal 1954, con il ritorno di Trieste all’Italia e la conseguente disoccupazione e crisi economica del territorio, sono in maggior parte i triestini a decidersi per la partenza nel Nuovo mondo.

I migranti vengono sistemati dapprima nei campi di raccolta e subito impattano con la difficoltà della lingua, con la sottostima della loro professionalità e con il carente contatto (postale) con la madrepatria. Ben presto però, la nuova vita diventa via via migliore, grazie al costituirsi di associazioni che favoriscono la socializzazione fra conterranei, alle possibilità di lavoro, al buon guadagno conseguente all’impegno e alla rapidità dei processi di integrazione.

Documenti

  • Due anni e poi torno
  • Una nuova vita

Storie fuori dalla storia
di Viviana Facchinetti

Sydney

Melbourne – Adelaide

Sydney – Melbourne

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