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Testo d’approfondimento
Nella primavera del 1945, nell’imminenza del crollo tedesco, a Trieste si tenta un ultimo accordo fra il CLN e le organizzazioni comuniste italo-slovene. L’accordo però non arriva perché sia il CLN che i comunisti rivendicano la rappresentanza della maggioranza della popolazione e quindi la guida della città dopo la liberazione. Di conseguenza, il 30 aprile sia il CLN che Unità Operaia (un’organizzazione comunista italo-slovena) lanciano due insurrezioni parallele e concorrenziali contro i tedeschi.
Il Corpo Volontari della Libertà, che fa capo al CLN, opera soprattutto nel centro città e riesce ad occupare i principali edifici pubblici. Formazioni di Unità Operaia sono attive soprattutto in periferia, nei quartieri operai e nella zona industriale. Dopo un giorno di combattimenti, i tedeschi rimangono asserragliati in alcune postazioni fortificate mentre la città è in mano agli insorti, che riescono a bloccare anche alcune colonne germaniche in fuga dall’Istria.
In molti casi, gli antifascisti delle due parti lottano assieme e riescono così a salvare le installazioni portuali.
Il 1° maggio però sul campo arrivano le forze regolari jugoslave: a quel punto, i combattenti del Corpo vengono disarmati ed alcuni anche arrestati. Dal momento che non si pongono agli ordini dei comandi jugoslavi e si battono per il mantenimento della sovranità italiana, vengono considerati fomentatori di guerra civile.
Una Resistenza divora l’altra.