Immagini
Musiche
La campana di San Giusto (più conosciuta come Le ragazze di Trieste).
Torino 1915. Composta in occasione dell’entrata in guerra dell’Italia, rimase popolarissima anche dopo il 1945, quale colonna sonora di ogni forma di mobilitazione per il ritorno di Trieste all’Italia.
Vola colomba
Bixio Cherubini, Carlo Concina, 1952. Portata da Nilla Pizzi alla vittoria nel festival di Sanremo, è metafora del desiderio di Trieste di far ritorno alla Madrepatria.
Testo d’approfondimento
Il Territorio libero di Trieste non viene mai costituito e la fascia costiera tra il Timavo e il Quieto rimane res nullius, divisa nelle zone di occupazione anglo-americana (A) e jugoslava (B).
In zona A il GMA avvia la ricostruzione e sostiene inizialmente le forze che chiedono il ricongiungimento con l’Italia, in funzione anticomunista: Trieste viene definita un “baluardo dell’Occidente” lungo la “cortina di ferro”. In occasione delle elezioni politiche italiane del 1948 un Nota Tripartita anglo-franco-americana raccomanda che il TLT sia posto di nuovo sotto la sovranità italiana.
Il partito comunista sostiene invece prima l’annessione alla Jugoslavia e poi il TLT. Dopo l’uscita della Jugoslavia dal blocco sovietico a seguito della crisi del Cominform del 1948, il partito comunista si divide fra cominformisti e titoisti e si forma un robusto partito indipendentista. La crisi del Cominform colpisce duramente gli sloveni, il cui tessuto associativo si era sviluppato sotto la guida di un gruppo dirigente comunista, legittimato dalla lotta partigiana. La “scomunica” di Tito, che costringe i comunisti italiani e sloveni a scegliere fra l’Urss e la Jugoslavia, determina una profonda lacerazione fra i militanti ed all’interno della comunità slovena:
la maggioranza opterà per l’Unione Sovietica, ma il conflitto, per quanto ricomposto dopo la morte di Stalin, verrà più dimenticato che effettivamente risolto.
Venuto meno il pericolo “slavo-comunista”, termine costantemente usato come spauracchio a indicare un doppio nemico, nazionale e ideologico, gli anglo-americani prendono le distanze dagli italiani e le proteste degli irredentisti italiani contro la svolta del GMA sfociano in gravi tumulti nel 1952 e nel 1953, quando si contano 6 morti fra i manifestanti.
In zona B la VUJA svolge un ruolo secondario rispetto ai “poteri popolari”, al partito comunista ed alla polizia politica (OZNA, poi UDBA), veri pilastri del regime jugoslavo e protagonisti della repressione contro gli italiani.
Questi rimangono comunque in gran parte sul territorio, sostenuti anche clandestinamente dal governo italiano, fino a quando non risulta chiaro che la zona rimarrà definitivamente in Jugoslavia.
Ciò accade a seguito della Nota Bipartita dell’8 ottobre 1953 e, soprattutto, del Memorandum di Londra del 26 ottobre 1954.
A quel punto anche dalla zona B scatta l’esodo di massa.